Siediti, davanti a uno specchio, guardati, e non intendo controlla il mascara, i punti neri o la ricrescita della barba, guardati. Ora chiudi gli occhi, pensa a cosa vorresti essere fra 10 anni, a chi vorresti essere. Apri gli occhi, e guarda ora quella persona davanti a te. Sembra lontana, estranea e forse irraggiungibile, carismatica e sicura di sé, è esattamente tutto ciò che vorresti essere tu.
Ma così lontana non lo è. Tutte le piccole azioni, i piccoli passi che stai facendo oggi, le cose in cui stai inciampando e quelle in cui stai fallendo, faranno di te quella persona.
E se realizzi che quello che stai facendo non ti sta portando li, o se semplicemente quello che stai facendo è risultato di un flusso incontrollabile di eventi e non l’hai deciso tu, semplicemente smetti di farlo. Concentrati su te stesso, per diventare quella persona prima di tutto quella persona devi conoscerla, averla guardata, fatta tua. Devi avere uno scopo, quella cosa che in economia chiamano con tanti nomi diversi e articolati, che fondamentalmente si chiama consapevolezza. Non puoi alzarti ogni mattina e vivere senza un obiettivo a lungo termine. Non lasciare che nessuno ti dica che quell’obiettivo è sbagliato, non desiderabile o stupido, quelle parole non hanno senso. E probabilmente la persona che te l’ha detto quell’immagine nemmeno ce l’ha.
E così scopri che anche l’economia ha un cuore, che non puoi intraprendere un progetto senza conoscere il risultato che da quel progetto vuoi, che non puoi avere un'azienda se non sai dove quell'azienda vuoi portarla. E se non credi tu stesso nel risultato. E noi in questo dobbiamo essere economia.
Non puoi correre senza sapere dov’è l’arrivo. E' l’arrivo che ti da la forza di continuare, nonostante il fiato corto, i crampi, le difficoltà. Ed è quello a cui penso nei momenti di sconforto, lontano da casa o in cui tutto per un motivo o per l’altro sembra precipitare. Trova il tuo arrivo, pensa a quella persona che stai guardando dall’altra parte dello specchio. E inizia a correre.